venerdì 11 dicembre 2009

LA DONNA CALCIFICATA


Più nessuno verrà.
Non verrà più nessuno a fecondare
la notte con lo sperma della luce?
Nel mio ventre stregato dalla Luna,
dove sono i miei sogni di ragazza,
il bianco della prima comunione,
il primo bacio, i campi, i prati in fiore?
E' forse un sogno Dio?
Eppure con il sangue
ho imbrattato le sbarre del mio carcere,
ma nemmeno l'uccello della notte
è venuto a leccarle.
Sola, nel poco spazio
che mi hanno assegnata,
ecco, un lampo pietrifica la Luna!..
La mia disperazione
è un piacere amaro, solitario:
si chiama solitudine,
il suo viso è una maschera con gli occhi
aperti sull'abisso,
il suo corpo cavalca scalda il muro
di un coito provvisorio ed io mi sveglio
pietra di fiume, l'acqua fugge via
dal mia greto vegliato dalla luna,
ed io mi fingo nuvola
che evapora a un tratto verso il Nulla.

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